Prime Esperienze
Marco il fotografo - 1 I regali
di Nedobi
20.01.2023 |
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"A questo punto chiese a Marco di esprimere la sua preferenza che non seppe cosa rispondere, la situazione gli sembrava così surreale che non sapeva se fosse..."
Primo racconto, fatemi sapere se di vostro gradimento, grazie."Cazzo… devo finire ancora i regali di Natale", questa è la frase che Marco si ripeteva tutti gli anni l'ultima settimana prima di Natale e nonostante si ripromettesse ogni volta di partire per tempo, alla fine dando la colpa al lavoro e agli impegni si ritrovava sempre nella stessa situazione.
Quest'anno aveva esagerato a sfidare la sorte, il calendario riportava 22 Dicembre, si rese conto di aver battuto il record.
Aprì lo zaino e tra una serie di fogli ne estrasse uno piegato a metà dove era riportato un elenco di persone, un semplice Excel con due colonne, nome della persona e regalo, tra i 23 nomi scritti almeno 8 avevano ancora il campo vuoto.
Provò dal tablet ad aprire alcuni shop online per cercare qualcosa, ma presto si accorse che nulla sarebbe arrivato per tempo e decise quindi di sfruttare la pausa pranzo per recarsi al centro commerciale, luogo dove aveva più possibilità di trovare tutto ciò che mancava.
Alle 12 puntuale uscì dallo studio e presa la macchina direzione Centro Commerciale, pensava di trovare tutto pieno invece parcheggiò facilmente, prese un tramezzino al volo per placare la fame e lo mangiò camminando nel corridoio del Centro guardando le vetrine in cerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione.
Tirò fuori il foglietto e dopo una rapida occhiata si diresse nel negozio di calzature certo di poter spuntare almeno cinque nomi.
All'entrata del negozio non vide nessuno, ma sentì la voce di un ragazzo "Marta vado in pausa pranzo" e dalle corsie la ragazza rispondere "va bene, ci vediamo nel pomeriggio, tanto non c'è molta gente oggi, finisco qui con la signora e poi inizio a mettere a posto dietro"
Marco iniziò a guardarsi attorno camminando tra le corsie alla ricerca di qualcosa che attirasse il suo sguardo, mentre in sottofondo sentiva la voce della ragazza e della cliente fare commenti sulle scarpe che probabilmente stavano provando.
Quando passò vicino alla loro corsia notò una serie di scatole aperte e scarpe sparse a terra, tra quelle la commessa che inginocchiata a terra teneva in mano il piede della cliente seduta su uno sgabello mentre era intenta ad aiutava a calzare la scarpa, rimase per un attimo incantato.
La commessa si accorse di lui e lo salutò chiedendo se avesse bisogno, Marco ritornò in se rispondendo che stava curiosando e che avrebbe aspettato, si girò leggermente rosso in volto e continuò la sua perlustrazione.
Marco era un fotografo di circa 30 anni, fin da piccolo la macchina fotografica era stata la sua passione, iniziò a 10 anni fotografando qualunque cosa per poi specializzarsi negli anni con scuole dedicate ed aprire il suo studio, adorava fotografare il corpo umano, adorava le forme femminili con la loro perfezione e la loro sinuosità, adorava le gambe, le mani e adorava i piedi, diceva sempre che nella donna tutto è sensualità.
Continuò il suo giro, ma senza riuscire più a concentrarsi sulla merce in esposizione, quanto aveva visto gli si era impresso in mente e probabilmente anche un po’ più in basso visto che si sentì eccitato, non ricordava di aver visto piedi così belli e sentiva la necessità di guardarli ancora.
Cercò una posizione da dove sbirciare senza farsi scoprire e la individuò due corsie dopo, dove uno specchio sul muro proiettava proprio l'immagine che cercava.
Si sedette fingendo di provare un paio di scarpe e scrutò l'immagine che lo specchio gli restituiva, una ragazza di circa 25 anni con lunghi capelli scuri che le cadevano sulla schiena, un viso non bellissimo, ma un taglio degli occhi molto particolare, vestita con un leggings nero e una t-shirt con il nome del negozio, accanto una signora di una bellezza da togliere il fiato, vestita in maniera molto elegante con un tailleur bianco, una pelle chiara e ricci capelli rossi;
si concentrò poi su quello che più gli interessava... dalle ginocchia in giù, senza accorgersi aveva spostato la mano sulla patta dei suoi jeans dove sentiva qualcosa spingere e iniziò a strofinare lentamente la mano, ancora una volta Marco si incantò.
La donna vide l'immagine di Marco nello specchio e capì subito il potere che aveva in quel momento, un sorriso malizioso le comparse sul volto, parlando con la commessa in tono confidenziale le disse di non sapersi decidere e alzandosi dallo sgabello ad alta voce chiamò il ragazzo: "Scusi... Scusi...", Marco tornato in se si alzo dallo sgabello ed incrociò lo sguardo della signora, non capiva più nulla, "potrebbe aiutarmi? non riesco a decidermi sulle scarpe e mi servirebbe un altro
parere".
Il ragazzo, colto come un bambino con le mani nella marmellata, si diresse verso le due donne e come entrò nella corsia si accorse dalla faccia di entrambe di non aver ragionato bene la sua mossa, Marco era vistosamente eccitato e la commessa inginocchiata a terra, si trovò a mezzo metro dall'uomo e all'altezza dei suoi pantaloni leggermente umidi e con un bel rigonfiamento.
La commessa aveva il viso totalmente stupito, mentre sulle labbra della signora comparve un sorriso ancora più malizioso.
Marco era imbarazzatissimo e viola in viso, cercò di fare finta di nulla per quanto possibile, ma sapeva che la cosa era evidente, la donna riprese a parlare:
"Ciao caro, mi chiamo Vanessa e tu?" Marco cercò di rispondere: "Ma-Marco sa-salve"... "volevo chiederti un parere su quale scarpa ti piace di più, perché proprio non riesco a decidere quale scegliere" continuò lei "vieni a vederle e dimmi cosa ne pensi".
Marco non si mosse, fissava i piedi della donna, mentre la commessa anch'essa pietrificata continuava a fissare il suo pacco incredula.
"Vieni avvicinati, non essere timido, aiutami" insistette la donna, Marco prese coraggio e si avvicinò, si inginocchiò a terra per aiutare la donna e da quella posizione osservò da vicino tutta quella meraviglia, dal tailleur facevano capolino due lunghe gambe, slanciate ed armoniose, una caviglia fine, ma ben definita e poi uno splendido piede con dita lunghe e smaltate di rosso fuoco.
La donna appoggiò il piede sulla coscia del ragazzo ed indicando la scarpa nera lo invitò ad aiutarla a calzarla, mentre guardando la commessa ancora disorientata le fece un occhiolino.
Marco al contatto con il piede della donna sentì un fremito lungo la schiena e senza farselo ripetere raccolse la scarpa da terra aiutandola a calzarla, un decolté nero suola rossa di un famoso brand, mentre nell'altro piede la donna lo invitò a calzare uno stivaletto grigio, altezza sopra la caviglia.
A questo punto chiese a Marco di esprimere la sua preferenza che non seppe cosa rispondere, la situazione gli sembrava così surreale che non sapeva se fosse la sua fantasia o la realtà, ma poi coraggio e disse l'unica cosa che gli passò in testa "Con un piede così perfetto potrebbe anche andare scalza".
La donna sorrise, aveva avuto ragione fin dall'inizio, quel ragazzo era nelle sue mani, anzi ai suoi piedi.
"Ah così ti piacciono i miei piedi" incalzò lei.. "Si, li trovo perfetti" usci dalla bocca del ragazzo di getto, "Vedo dai tuoi pantaloni che apprezzi e credo di non essere l'unica
a notarlo" dice indicando con gli occhi la commessa, che subito distogliendo lo sguardo e con evidente imbarazzo prova a giustificarsi.
La donna, ignorando le parole della ragazza, riprese a rivolgersi a Marco "Vorresti annusarli e leccarli vero?", ancora una volta dalla bocca di Marco uscì un si così deciso che si stupì lui stesso, aveva quei piedi a pochi centimetri dal suo viso e intorno a lui non esisteva altro, era inebriato dal loro profumo e li voleva con tutto se
stesso.
"Cosa aspetti allora" esclamò la donna; a queste parole Marco ne afferrò uno tra le mani e iniziò a massaggiarlo, notò subito l'incredibile morbidezza, iniziò a leccare il collo del piede e seguendone la linea arrivò fino alle dita che succhiò una ad una scavando tra di esse con la lingua, solo dopo aver ripetuto questo movimento diverse volte alzò il piede della donna e si concentrò sulla pianta baciandola e accarezzandola con la lingua dal tallone per tutta la sua lunghezza.
La donna quasi stupita dalla dedizione del ragazzo avvicinò l’altro piede ai suoi pantaloni e appoggiando le dita sul rigonfiamento iniziò un lento movimento circolatorio. La commessa osservava Marco incredula, sentiva dentro di lei nascere un calore che le correva dalla schiena fino in mezzo alle gambe, non credeva ai suoi occhi, ma ancor più non credeva al fatto che sentiva di invidiare quella donna.
Lasciò correre una mano dal suo ventre verso l’interno coscia, alla ricerca di soddisfare il bisogno che sentiva, mentre con l’altra mano si avvicinò quasi ipnotizzata ai pantaloni del ragazzo, slacciò la cintura, aprì la lampo e abbassando le mutande liberando il membro eretto del giovane che senza fermarsi dal suo lavoro emise un gemito.
La giovane infilò una mano all’interno dei suoi leggings, scostò le mutandine ormai fradice e iniziò ad accarezzare il suo sesso e contemporaneamente con l’altra mano afferrò saldamente il membro del giovane e stringendolo prese a strofinarlo contro la pianta del piede della donna in una lenta masturbazione mentre la donna, dallo sgabello, osservava la scena compiaciuta della situazione che aveva creato.
Marco staccò la bocca da quei piedi incantati, si girò verso la commessa e avvicinandosi al suo viso la baciò sulla bocca con passione esplorandola con la lingua, poi ormai preso dal suo feticismo si avvicinò alle gambe della ragazza, le sfilò prima le scarpe da ginnastica e poi le calze, l’odore di sudore che arrivò alle sue narici lo inebriò e si buttò a leccare quei piedi con dedizione, erano decisamente meno curati di quelli della donna, ma a Marco non interessava, la commessa che non desiderava altro che provare quel piacere che fino a poco prima aveva invidiato alla donna, lo lasciò fare.
Al primo contatto della lingua di Marco con i suoi piedi sentì dentro di lei avvicinarsi un orgasmo, spinge due dita dentro il suo sesso per aumentare il piacere, inarcò la testa all'indietro e si lasciò travolgere.
La donna intanto continuava a masturbare il ragazzo facendo scorrere il suo pene, ormai di marmo, tra la pianta e le dita dei piedi, con spinte sempre più intense e profonde, lo portò rapidamente al punto di non ritorno, Marco quando sentì di non potersi più trattenere, stringe forte il piede della commessa tra le mani e lo spinse nella sua bocca, contrasse i muscoli delle natiche e si lasciò andare ad un potente orgasmo, riempiendo con il suo seme i piedi della donna.
I due giovani rimasero immobili a terra ansimanti, mentre la donna indossò gli stivaletti provati poco prima con i piedi ancora coperti di sperma e rivolgendosi ai due ragazzi disse: “grazie, penso che prenderò questi, tornerò sicuramente a fare acquisti qui”, lasciò i soldi delle scarpe a terra accanto alla ragazza e si incamminò verso l’uscita, sulla porta si voltò verso il ragazzo ed esclamò “ prima ti è caduto un biglietto da visita dalle tasche, allora sei davvero un fotografo, ci sentiremo presto per organizzare una sessione fotografica” si voltò e uscì lasciando i due giovani distesi a terra, stremati dal loro miglior orgasmo di sempre.
Quando Marco uscì dal negozio, il suo elenco era uguale a prima, ma il regalo lo aveva ricevuto lui.. continua?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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